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#CUOREROSSOBLU

A TU PER TU CON ALEJO VECHIARELLO, L’OLD BUT GOLD DELLA CIVITANOVESE

15 – 02 – 2019

“Old But Gold” letteralmente “Vecchio ma d’oro”. Questa espressione viene generalmente usata per indicare qualcosa che, sicuramente è datata, ma che in un certo senso è ancora valida, è ancora affascinante, ha ancora la sua bellezza. È intramontabile, insomma!

Ecco, Alejo Vechiarello è l’old but gold della Civitanovese. Non perché sia vecchio (nel suo caso “Old” allude solo al cognome ma non di certo alla sua carta d’identità, visto che l’argentino è un classe 1995), bensì perché è un pezzo pregiato della Civitanovese (gold), un mix di estro, fantasia, tecnica e velocità. Tra l’altro domenica Alejo ha compiuto 24 anni e di fatto è diventato un po’ più “Vechiarello” di nome e di fatto.

 

È stato ancora più bello festeggiare il tuo compleanno con una vittoria? Che giornata è stata per te?

«Festeggiare il proprio compleanno lontano dalla famiglia non è mai facile. Tuttavia averlo fatto con una importante vittoria ed insieme ai miei compagni (la mia seconda famiglia) lo ha reso comunque un grande giorno per me».

In ordine cronologico: il gol contro la Futura 96, l’incredibile palo nel derby con la Maceratese e l’ottima prestazione nell’ultima gara al Comunale di Porto San Giorgio. È indubbio che stai attraversando un bel momento di forma. Tu che ne pensi? Come ti senti?

«Posso dire che adesso mi sento veramente bene, sicuramente meglio rispetto all’inizio del campionato quando ho avuto anche qualche guaio muscolare nella zona inguinale che non mi permetteva di rendere al massimo delle mie potenzialità. Ora sono cresciuto nella condizione, ma è merito di tutta la squadra. Insieme siamo più forti e ci stiamo aiutando a vicenda per migliorare come collettivo».

Infatti, come tu stesso hai sottolineato, questo è un buon momento personale ma anche dell’intera squadra, che con l’avvento di mister Pennacchietti sembra essersi ripresa: quattro risultati utili consecutivi (pareggio in casa e vittoria fuori) e zero gol subiti in 360 minuti. Cosa è cambiato secondo te?

«Abbiamo messo da parte le individualità per far sì che a migliorare fossero tutti i componenti della rosa e non solo alcuni. Mister Pennacchietti crede molto nel fatto che dobbiamo essere un gruppo (una vera e propria squadra) e per farlo considera tutti allo stesso modo. Per lui siamo tutti forti, dal primo all’ultimo giocatore della rosa. Dopo tutto, il gruppo ti porta a vincere il campionato, il singolo individuo no».

Tu insieme a Filippini e Marino sei uno dei reduci della passata stagione. Come ti stai trovando qui a Civitanova? Com’è secondo te la squadra di quest’anno?

«Qui a Civitanova mi sto trovando benissimo, perché è una bellissima città, tra l’altro molto simile alla nostra città natale Rosario. Questo fattore ci ha permesso sin da subito di ambientarci. Per quanto riguarda la squadra penso che quest’anno ci siano più pezzi di ricambio e non ci sia molta differenza di potenziale tra i titolari e le riserve, perché chiunque viene chiamato in causa è in grado di dare il suo apporto».

Vechiarello mentre festeggia la vittoria della Coppa Marche dello scorso anno

 

Domenica al Polisportivo arriverà il Montecosaro che fin qui nel 2019 non ha mai perso, collezionando un ruolino di marcia di quattro successi e due pareggi. All’andata finì 1-2 per la Civitanovese con le reti dei tuoi connazionali Miramontes e Dutto (quest’ultimo squalificato per domenica). Questa volta che tipo di partita ti aspetti?

«Mi aspetto una partita davvero difficile perché il Montecosaro di adesso è una squadra che ha preso consapevolezza dei propri mezzi. Ad inizio campionato aveva un potenziale differente. Dobbiamo solo concentrarci su noi stessi e cercare di ottenere i tre punti, i primi al Polisportivo della nuova gestione di mister Pennacchietti, perciò dobbiamo farlo anche per lui»

Facendo un passo indietro. Il derby con la Maceratese è stata una partita dominata in lungo e in largo: un rigore fallito, due reti annullate, il tuo incredibile palo ed una supremazia territoriale durata per quasi tutti i novanta minuti. Tuttavia si è raccolto solo un punto. Che sensazioni vi ha lasciato nello spogliatoio? C’era rammarico?

«No, nello spogliatoio non c’era rammarico perché comunque abbiamo fatto una grandissima partita. C’era solo tanta rabbia per non essere stati in grado di portare a casa i tre punti. Avevamo preparato a lungo quella sfida ed uscirne vincitori, specialmente con quella cornice di pubblico, sarebbe stato il massimo. Dispiace soprattutto perché abbiamo dominato l’intera gara e solo per alcuni episodi non siamo riusciti a regalare alla città una prestigiosa vittoria».

L’incredibile palo colpito da Vechiarello nel derby con la Maceratese, con l’estremo Tomba che non può far altro che spingere la sfera fuori con lo sguardo

 

Mercoledì il Valdichienti ha pareggiato 0-0 nel recupero con il Camerino. Ora la vetta della classifica dista 6 lunghezze e ci sono 6 squadre in altrettanti punti. Come vedi la lotta per la vittoria del campionato? Ci sono ancora possibilità per la Civitanovese?

«Le possibilità ci sono. Siamo ancora distanti ma dobbiamo lavorare come abbiamo fatto nell’ultimo periodo e dare ancora di più. Alla fine del campionato vedremo a che punto della classifica saremo arrivati, ma adesso non dobbiamo far altro che pensare partita per partita come se ci attendessero dieci finali. Solo così potremmo ridurre ulteriormente il gap, anche perché dobbiamo ancora affrontare negli scontri diretti tutte e quattro le squadre che ci precedono (Monturano Campiglione, Azzurra Colli, Atletico Ascoli e Valdichienti Ponte, ndr)».

Una curiosità:  il tuo cognome è “Vechiarello” con una “c” ma spesso ti abbiamo visto indossare una maglietta celebrativa con su scritto “Vecchia” con la doppia consonante. Spieghi ai nostri tifosi il suo significato e l’importanza che ha per te?

«Quando mio nonno ed i suoi fratelli arrivarono in Argentina, alcuni furono contrassegnati con una sola “c” mentre altri con due. La maglia che indosso quando vinciamo è con due “c” perché i cugini di mio padre hanno, a differenza del mio, la doppia consonante nel cognome. Con loro abbiamo fondato una squadra di famiglia (la Vecchia F.C. per l’appunto) e portarla con me in tutte le partite mi fa pensare a loro e mi permette di sentirli più vicini. A tal proposito, vorrei salutare e mandare un caloroso abbraccio a tutta la mia famiglia».

A sinistra Vechiarello con la maglia della squadra della sua famiglia (Vecchia F. C.) dopo la vittoria sulla Sangiorgese nella gara di andata