E’ stato il «Man of the match» della scorsa partita, entrando a gara in corso e cambiando il volto alla Civitanovese. Il calcio di rigore trasformato con una freddezza di «Perottiana» memoria è stato la ciliegina sulla torta di una prestazione davvero da grande giocatore.
Stiamo parlando di Patricio Jorge (nato a Pinamar, in Argentina), meglio conosciuto come «Pato», la talentuosissima mezza punta (classe 1993) dal mancino d’oro che dopo un lungo stop dovuto ad un infortunio (patito alla terza giornata, nella gara interna contro la Futura 96) è finalmente tornato a disposizione di mister Da Col.
Il suo rientro è coinciso con una vittoria dal peso specifico inestimabile per i rossoblù.
Pato che emozione è stata domenica decidere la partita con un tuo goal? «Grande emozione per aver vinto più che per il goal realizzato. Anche se devo ammettere che il goal è stato importante dal punto di vista personale perché mi aiuta a prendere fiducia dopo 40 giorni di stop forzato a causa di un fastidioso infortunio. Ora voglio rientrare a pieno regime nel più breve tempo possibile».
Sappiamo che in tribuna a guardarti c’era tua madre che era venuta proprio in settimana a trovarti qui in Italia. E’ stata la sua presenza a darti una motivazione in più? «Sicuramente. Avere la mia mamma vicino è molto importante per me. Per cui forse sì, la sua presenza mi ha dato una motivazione in più. Ovviamente il goal l’ho dedicato a lei».
Chi ha deciso domenica che il rigore lo avresti battuto tu? «Io ho manifestato la voglia e l’intenzione di calciarlo e capitan Miramontes, che è il leader e l’uomo guida di questa squadra dentro e fuori dal campo, mi ha dato l’ok. Fortunatamente è andato tutto bene».
Come ti senti? «Mi sento bene, la forma sta migliorando. Stare fuori mi ha fatto perdere un po’ di ritmo partita ma i 45 minuti di domenica mi hanno molto aiutato in questo senso. Ringrazio il mister per avermeli concessi».
Il Pato che abbiamo visto domenica a che percentuale di forma si trova? «E’ difficile quantificare lo stato di forma in numero ma penso che sto sulla strada giusta per raggiungere il 100%».
Come mai sei soprannominato Pato? «Nulla a che vedere con il calciatore brasiliano. Semplicemente perché il mio nome è Patricio e, in argentina, viene diminuito in Pato».
Come ti trovi con mister Da Col? «Mi trovo bene, è un allenatore che lavora con tantissima intensità. Dobbiamo impegnarci a comprendere nel più breve tempo possibile la sua filosofia di gioco».
Cosa ti ha convinto a scegliere la Civitanovese in estate? «E’ stato facile per me scegliere la Civitanovese perché è una squadra dal grande blasone. Da quando sono arrivato tutte le persone che gravitano intorno alla Civitanovese mi hanno sempre parlato delle gloriosa storia di questo club e io mi sento parte di una grande squadra. Un team che voglio aiutare a riportare nei palcoscenici che merita».
Dove può arrivare questa Civitanovese? «Noi adesso come adesso dobbiamo pensare partita dopo partita. I campionati non si vincono con le parole ma con il sudore, un giorno dopo l’altro. Per cui attualmente non pensiamo all’obiettivo finale ma a fare il massimo per vincere ogni partita che dobbiamo disputare».
Domenica ci attende una ostica trasferta a Marina Palmense. Che partita ti aspetti? «Mi aspetto una partita come tutte quelle sino qui. Difficile, chiusa e maschia. In Italia non c’è lo spazio per giocare il calcio in tranquillità come ad esempio in Argentina. Tutti contro di noi danno il 110% per cui noi dobbiamo essere concentrati e fare di tutto per portare a casa tre punti che per noi sono fondamentali».
A TU PER TU CON PATO, IL CECCHINO ROSSOBLU’!
